mercoledì 4 giugno 2014

21- John Dewey e Pietro Ramo

Dewey e Pietro Ramo

“Nella nostra epoca John Dewey si è sforzato di ricondurre la pedagogia alla sua fase primitiva cioè precedente alla stampa. Egli voleva far uscire lo studente dal ruolo passivo di consumatore di apprendimento uniformemente confezionato. Di fatto Dewey, nella sua cultura a stampa passiva, stava praticando una sorte di surfing sulla nuova onda elettronica...”

Riporto questo passaggio per far notare come il termine surfing venga usato per la prima volta da McLuhan proprio nell'accezione di cavalcare l'onda e mantenere l'equilibrio con la velocità. Concetto ancora in uso ai nostri giorni.

La stessa funzione, cambiare cioè il sistema didattico strappandolo alla scolastica, fu praticato da Pietro Ramo (o Pierre Ramus, 1515-1572) un francese che seppe cavalcare l'onda gutenberghiana, con le nuove aule orientate verso i suoi programmi improntati sul libro stampato che costituiva una nuova macchina visiva rendendo obsoleta la vecchia pedagogia della dettatura. Era il libro la vera macchina didattica, mentre il manoscritto era stato un rozzo strumento d'insegnamento.
Fu la domanda del secolo: poteva uno strumento privato, leggero e portatile come il libro stampato sostituire il manoscritto che studenti ed insegnanti producevano con uno sforzo comune? Potevano gli studenti formatisi praticamente da soli leggendo in silenzio, sostituire gli abili oratori dialettici formati col manoscritto? Sì, si poteva. E come tenere sotto controllo la massa di studenti che si formavano da soli? Istituendo il meccanismo degli esami.
Il parallelo tra Dewey e Ramo e tra le dispute filosofiche attorno ai nuovi mezzi di comunicazione non è così assurdo come sembra. Uscì negli anni cinquanta dello scorso secolo un libro che racchiudeva una complessa ricerca sulla televisione come mezzo di comunicazione di massa (Televisione nella vita dei nostri figli, gli autori Shramm, Jack Lyle e Edwin B.Parker) che senza compiere alcuna analisi sull'immagine televisiva ma solo sui contenuti, davano per scontato il fatto che a parte i programmi (cioè i contenuti) la televisione è un mezzo neutro al pari di ogni altro. Una parte della ricerca concludeva che il 75% del gruppo socioeconomico piu' abbiente leggeva, mentre i bambini piu' poveri apprendevano dalla televisione. In pratica col presupposto che la stampa fosse il criterio fondamentale della realtà davano per scontato che i mezzi di comunicazione non tipografici siano orientati verso l'immaginazione. Schiavi del metodo Ramo secondo il quale niente è accessibile per essere culturalmente usato se non esce dalle aule e non è inserito in un programma didattico.
Dewey invece volle liberare la scuola dall'incredibile deriva ramista secondo la quale la scuola altro non è che l'appendice della stampa, supremo fattore elaboratore per formare le giovani menti e renderle adatte all' “uso”... Gli studenti elaborati in questo modo dalla tecnologia della stampa diventavano strumenti essi stessi in grado di elaborare ogni nozione di tipo visivo lineare, giacchè una società nazionalista, tesa a sfruttare la sua forza lavoro per comuni fini commerciali, finanziari, economici, distributivi, aveva reso questo tipo d'istruzione obbligatorio, perchè senza l'istruzione universale non è possibile sfruttare appieno la forza lavoro.

La tipografia fu nella storia la prima meccanizzazione di un'arte manuale. Ma non va considerata un'invenzione in quanto è l'applicazione di scienza applicata. Fu l'estrema separazione della qualità tattile del linguaggio. L'operazione fu la separazione visiva dall'arte dell'emanuense, e una volta assimilata questa operazione, questa tecnica potè essere applicata alla meccanizzazione di molte altre funzioni. In realtà il processo arriva da lontano quando per la fabbricazione della carta nel XI secolo si escogito' il sistema del pestello, cioè si interruppre l'azione rotatoria del mulino ad acqua e con una sorta di scappamento si ottenne un movimento interrotto e alternativo. Il passaggio dalla macina al pestello implica un'azione che da continua doventa segmentata, l'origine di molti rivolgimenti nella produzione industriale.

Il procedimento tipografico l'abbiamo già detto, è l'insieme di tecniche peraltro già connosciute, l'inchiostro dei pittori, l'incisione dei caratteri degli orafi, il torchio dei vinai, ma dev'essere chiaro che senza la carta tutto cio' non sarebbe stato possibile.  

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