Dewey e
Pietro Ramo
“Nella nostra
epoca John Dewey si è sforzato di ricondurre la pedagogia alla sua
fase primitiva cioè precedente alla stampa. Egli voleva far uscire
lo studente dal ruolo passivo di consumatore di apprendimento
uniformemente confezionato. Di fatto Dewey, nella sua cultura a
stampa passiva, stava praticando una sorte di surfing sulla
nuova onda elettronica...”
Riporto questo
passaggio per far notare come il termine surfing venga usato
per la prima volta da McLuhan proprio nell'accezione di cavalcare
l'onda e mantenere l'equilibrio con la velocità. Concetto ancora in
uso ai nostri giorni.
La stessa funzione,
cambiare cioè il sistema didattico strappandolo alla scolastica, fu
praticato da Pietro Ramo (o Pierre Ramus, 1515-1572) un francese che
seppe cavalcare l'onda gutenberghiana, con le nuove aule orientate
verso i suoi programmi improntati sul libro stampato che costituiva
una nuova macchina visiva rendendo obsoleta la vecchia pedagogia
della dettatura. Era il libro la vera macchina didattica, mentre il
manoscritto era stato un rozzo strumento d'insegnamento.
Fu la domanda del
secolo: poteva uno strumento privato, leggero e portatile come il
libro stampato sostituire il manoscritto che studenti ed insegnanti
producevano con uno sforzo comune? Potevano gli studenti formatisi
praticamente da soli leggendo in silenzio, sostituire gli abili
oratori dialettici formati col manoscritto? Sì, si poteva. E come
tenere sotto controllo la massa di studenti che si formavano da soli?
Istituendo il meccanismo degli esami.
Il parallelo tra
Dewey e Ramo e tra le dispute filosofiche attorno ai nuovi mezzi di
comunicazione non è così assurdo come sembra. Uscì negli anni
cinquanta dello scorso secolo un libro che racchiudeva una complessa
ricerca sulla televisione come mezzo di comunicazione di massa
(Televisione nella vita dei nostri figli, gli autori Shramm, Jack
Lyle e Edwin B.Parker) che senza compiere alcuna analisi
sull'immagine televisiva ma solo sui contenuti, davano per scontato
il fatto che a parte i programmi (cioè i contenuti) la televisione è
un mezzo neutro al pari di ogni altro. Una parte della ricerca
concludeva che il 75% del gruppo socioeconomico piu' abbiente
leggeva, mentre i bambini piu' poveri apprendevano dalla televisione.
In pratica col presupposto che la stampa fosse il criterio
fondamentale della realtà davano per scontato che i mezzi di
comunicazione non tipografici siano orientati verso l'immaginazione.
Schiavi del metodo Ramo secondo il quale niente è accessibile per
essere culturalmente usato se non esce dalle aule e non è inserito
in un programma didattico.
Dewey invece volle
liberare la scuola dall'incredibile deriva ramista secondo la quale
la scuola altro non è che l'appendice della stampa, supremo fattore
elaboratore per formare le giovani menti e renderle adatte all'
“uso”... Gli studenti elaborati in questo modo dalla tecnologia
della stampa diventavano strumenti essi stessi in grado di elaborare
ogni nozione di tipo visivo lineare, giacchè una società
nazionalista, tesa a sfruttare la sua forza lavoro per comuni fini
commerciali, finanziari, economici, distributivi, aveva reso questo
tipo d'istruzione obbligatorio, perchè senza l'istruzione universale
non è possibile sfruttare appieno la forza lavoro.
La tipografia fu nella storia la prima meccanizzazione di un'arte
manuale. Ma non va considerata un'invenzione in quanto è
l'applicazione di scienza applicata. Fu l'estrema separazione della
qualità tattile del linguaggio. L'operazione fu la separazione
visiva dall'arte dell'emanuense, e una volta assimilata questa
operazione, questa tecnica potè essere applicata alla
meccanizzazione di molte altre funzioni. In realtà il processo
arriva da lontano quando per la fabbricazione della carta nel XI
secolo si escogito' il sistema del pestello, cioè si interruppre
l'azione rotatoria del mulino ad acqua e con una sorta di scappamento
si ottenne un movimento interrotto e alternativo. Il passaggio dalla
macina al pestello implica un'azione che da continua doventa
segmentata, l'origine di molti rivolgimenti nella produzione
industriale.
Il procedimento tipografico l'abbiamo già detto, è l'insieme di
tecniche peraltro già connosciute, l'inchiostro dei pittori,
l'incisione dei caratteri degli orafi, il torchio dei vinai, ma
dev'essere chiaro che senza la carta tutto cio' non sarebbe stato
possibile.
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