Gli amanuensi dopo la stampa
“ Ogni nuova tecnologia ideata ed
esternata dall'uomo ha il potere di ottundere la consapevolezza
durante il primo periodo della sua interiorizzazione.”
Nel sec.XVI il libro stampato era
profondamente radicato nella cultura precedente. Esso si trovo' di
fatto in una sorta di ambiguità con la tecnica precedente tanto che
nelle nostre biblioteche sono innumerevoli i manoscritti copiati
direttamente da libri stampati. Perchè gli amanuensi continuarono a
praticare la loro professione, semplicemente cambiando nome, adesso
si chiamavano calligrafi e non potendo competere con la macchina
della tipografia si riciclarono verso il mercato del lusso, copiando
libri per mecenati o trasformandosi in librerie. Altri, scesero dal
Nord Europa e praticarono la professione in maniera itinerante,
copiando o scrivendo sotto dettatura. E' un periodo intermedio in cui
non si aveva nemmeno la percezione del cambiamento, un po' come
l'invenzione dell'automobile, definita “carrozza senza cavalli”.
E' un periodo opaco, poco documentato. Solo oggi cominciamo a poter
rispondere alla domanda: cos'è un'impresa? Forse la risposta è: una
macchina per produrre ricchezza sopravvenuta alle organizzazioni per
produrre ricchezza che si erano organizzate prima dell'invenzione
della stampa. E qui McLuhan si avventura nella descrizione della
macchina, materia quasi sconosciuta. “Le macchine sono costruzioni
organizzate dall'uomo...” Dal coltello primitivo di selce, alle
moderne fresatrici, dalle capanne alle abitazioni, dall'abaco alle
calcolatrici elettroniche, il concetto è difficile da definire come
quello di essere vivente. “Poichè siamo i loro costruttori, noi ci
illudiamo di sapere tutto quello che è necessario per le macchine.
Ci sembrerà sempre piu' strano e incomprensibile che gli uomini
abbiano scelto di sapere così poco su cose per le quali hanno fatto
così tanto....”
Forse occorrerà capovolgere il
concetto, invece che considerarle prodotti al servizio dell'uomo,
considerare la funzione degli uomini come quella delle api e le
macchine i fiori...
Con la tecnologia entriamo nell'era
della macchina. Il principio della segmentazione delle azioni, delle
funzioni, e dei ruoli divenne applicabile sistematicamente ad ogni
altra fase della produzione. “ Il principio per cui elementi non
visivi quali energia e movimento vengano tradotti in termini visivi è
il principio stesso della conoscenza applicata in ogni momento dello
spazio e del tempo.. La tecnologia di Gutenberg estese questo
principio non solo alla scrittura, ma al linguaggio e alla
codificazione e trasmissione di ogni genere di apprendimento.
Con Gutenberg l'Europa entra nella fase
del progresso tecnologico e questo mutamento diventa la norma nel
mutare della vita sociale perchè essa veniva avvertita in ogni
settore culturale come un principio assolutamente necessario. Vennero
coinvolti filosofi, storici, poeti...
Una sorprendente traduzione di questa
fase si trova nella prefazione che scrive Descartes nel suo Princìpi
di filosofia: “...sarà possibile dapprima leggerlo nella sua
interezza, come un romanzo...senza costringere l'attenzione sui vari
punti...basterà solamente segnare con una penna i punti di maggiore
difficoltà e continuare a leggere senza interruzioni fino alla
fine...”
Queste indicazioni di Descartes ai suoi
lettori costituiscono la testimonianza del mutamento operato dalla
stampa nel linguaggio e nel pensiero. Adesso non c'è piu' bisogno,
com'era stato all'epoca della filosofia orale, indagare e controllare
ogni termine. Adesso sarà sufficiente comprendere il contesto.
Una filosofia stampata considera la
“certezza” il principale obiettivo della conoscenza, ma il
paradosso del libro stampato, è che questa certezza deve procedere
col metodo del dubbio. Molti altri paradossi troveremo nella stampa,
che permise al lettore di sentirsi al centro dell'universo percepito,
permettendo a Copernico di gettare l'umanità alla periferia del
cielo, sloggiandolo dal centro del mondo fisico.
Il celebre “Essere o non essere” di
Amleto non è altro che il sic et non di Abelardo tradotto nella
nuova cultura visiva da cui riceve il significato opposto. Nelle
condizioni orali di Abelardo, il sic et non è il modo di ricercare
in modo sinuoso il movimento dialettico della mente che indaga,
mentre in Descartes quello che conta non è il percorso ma il
prodotto. Amleto è combattuto tra la coscienza (orale) e la
risoluzione (visiva). Oggi ci troviamo di fronte ai medesimi
conflitti ma in modo inverso. La mente aperta, fortemente
alfabetizzata e individuale, è spinta dalla pressione elettronica
verso un orientamento collettivo. Mentre l'intellettuale formatosi
esclusivamente sui libri è convinto che i veri valori sono personali
e privati, la tecnologia elettronica lo spinge verso atteggiamenti di
totale interdipendenza.
“La stampa è l'ultima fase della
cultura alfabetica che ha detribalizzato l'uomo rendendolo
individualista. La stampa ha elevato le caratteristiche visive
dell'alfabeto al piu' alto livello di intensità e definizione. Essa
ha spinto il potere dell'alfabeto fonetico molto piu' in là di
quanto il manoscritto abbia saputo fare. La stampa è individualista
e la nuova tecnologia elettronica sta spingendo l'uomo a modificare
questo individualismo. Sollevare proteste etiche attorno a questo
evento è come lamentarsi di una sega elettrica perchè ha tranciato
le dita di una mano. Piuttosto si potrebbe dire: non sapevamo che
sarebbe finita così, ma non è una questione che riguardi l'etica o
la morale. Sarebbe bello sbarazzarsi della confusione morale che
circonda le nostre tecnologie.
Sarebbe un'ottima cosa anche per la
morale.”
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