giovedì 5 giugno 2014

22- Dopo la stampa

Gli amanuensi dopo la stampa

“ Ogni nuova tecnologia ideata ed esternata dall'uomo ha il potere di ottundere la consapevolezza durante il primo periodo della sua interiorizzazione.”
Nel sec.XVI il libro stampato era profondamente radicato nella cultura precedente. Esso si trovo' di fatto in una sorta di ambiguità con la tecnica precedente tanto che nelle nostre biblioteche sono innumerevoli i manoscritti copiati direttamente da libri stampati. Perchè gli amanuensi continuarono a praticare la loro professione, semplicemente cambiando nome, adesso si chiamavano calligrafi e non potendo competere con la macchina della tipografia si riciclarono verso il mercato del lusso, copiando libri per mecenati o trasformandosi in librerie. Altri, scesero dal Nord Europa e praticarono la professione in maniera itinerante, copiando o scrivendo sotto dettatura. E' un periodo intermedio in cui non si aveva nemmeno la percezione del cambiamento, un po' come l'invenzione dell'automobile, definita “carrozza senza cavalli”. E' un periodo opaco, poco documentato. Solo oggi cominciamo a poter rispondere alla domanda: cos'è un'impresa? Forse la risposta è: una macchina per produrre ricchezza sopravvenuta alle organizzazioni per produrre ricchezza che si erano organizzate prima dell'invenzione della stampa. E qui McLuhan si avventura nella descrizione della macchina, materia quasi sconosciuta. “Le macchine sono costruzioni organizzate dall'uomo...” Dal coltello primitivo di selce, alle moderne fresatrici, dalle capanne alle abitazioni, dall'abaco alle calcolatrici elettroniche, il concetto è difficile da definire come quello di essere vivente. “Poichè siamo i loro costruttori, noi ci illudiamo di sapere tutto quello che è necessario per le macchine. Ci sembrerà sempre piu' strano e incomprensibile che gli uomini abbiano scelto di sapere così poco su cose per le quali hanno fatto così tanto....”
Forse occorrerà capovolgere il concetto, invece che considerarle prodotti al servizio dell'uomo, considerare la funzione degli uomini come quella delle api e le macchine i fiori...
Con la tecnologia entriamo nell'era della macchina. Il principio della segmentazione delle azioni, delle funzioni, e dei ruoli divenne applicabile sistematicamente ad ogni altra fase della produzione. “ Il principio per cui elementi non visivi quali energia e movimento vengano tradotti in termini visivi è il principio stesso della conoscenza applicata in ogni momento dello spazio e del tempo.. La tecnologia di Gutenberg estese questo principio non solo alla scrittura, ma al linguaggio e alla codificazione e trasmissione di ogni genere di apprendimento.
Con Gutenberg l'Europa entra nella fase del progresso tecnologico e questo mutamento diventa la norma nel mutare della vita sociale perchè essa veniva avvertita in ogni settore culturale come un principio assolutamente necessario. Vennero coinvolti filosofi, storici, poeti...
Una sorprendente traduzione di questa fase si trova nella prefazione che scrive Descartes nel suo Princìpi di filosofia: “...sarà possibile dapprima leggerlo nella sua interezza, come un romanzo...senza costringere l'attenzione sui vari punti...basterà solamente segnare con una penna i punti di maggiore difficoltà e continuare a leggere senza interruzioni fino alla fine...”
Queste indicazioni di Descartes ai suoi lettori costituiscono la testimonianza del mutamento operato dalla stampa nel linguaggio e nel pensiero. Adesso non c'è piu' bisogno, com'era stato all'epoca della filosofia orale, indagare e controllare ogni termine. Adesso sarà sufficiente comprendere il contesto.
Una filosofia stampata considera la “certezza” il principale obiettivo della conoscenza, ma il paradosso del libro stampato, è che questa certezza deve procedere col metodo del dubbio. Molti altri paradossi troveremo nella stampa, che permise al lettore di sentirsi al centro dell'universo percepito, permettendo a Copernico di gettare l'umanità alla periferia del cielo, sloggiandolo dal centro del mondo fisico.

Il celebre “Essere o non essere” di Amleto non è altro che il sic et non di Abelardo tradotto nella nuova cultura visiva da cui riceve il significato opposto. Nelle condizioni orali di Abelardo, il sic et non è il modo di ricercare in modo sinuoso il movimento dialettico della mente che indaga, mentre in Descartes quello che conta non è il percorso ma il prodotto. Amleto è combattuto tra la coscienza (orale) e la risoluzione (visiva). Oggi ci troviamo di fronte ai medesimi conflitti ma in modo inverso. La mente aperta, fortemente alfabetizzata e individuale, è spinta dalla pressione elettronica verso un orientamento collettivo. Mentre l'intellettuale formatosi esclusivamente sui libri è convinto che i veri valori sono personali e privati, la tecnologia elettronica lo spinge verso atteggiamenti di totale interdipendenza.
“La stampa è l'ultima fase della cultura alfabetica che ha detribalizzato l'uomo rendendolo individualista. La stampa ha elevato le caratteristiche visive dell'alfabeto al piu' alto livello di intensità e definizione. Essa ha spinto il potere dell'alfabeto fonetico molto piu' in là di quanto il manoscritto abbia saputo fare. La stampa è individualista e la nuova tecnologia elettronica sta spingendo l'uomo a modificare questo individualismo. Sollevare proteste etiche attorno a questo evento è come lamentarsi di una sega elettrica perchè ha tranciato le dita di una mano. Piuttosto si potrebbe dire: non sapevamo che sarebbe finita così, ma non è una questione che riguardi l'etica o la morale. Sarebbe bello sbarazzarsi della confusione morale che circonda le nostre tecnologie. 
Sarebbe un'ottima cosa anche per la morale.”




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