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La dissoluzione della Galassia Gutenberg
Perchè non riusciamo ad emanciparci dalle perverse funzioni
subliminali delle tecnologie che noi stessi abbiamo inventato? Non
dovrebbe essere l'essenza stessa dell'istruzione l'insegnarci i
pericoli per difenderci dall'ascendente subliminale dei mezzi di
comunicazione? Perchè una simile operazione non è mai stata tentata
da nessuna cultura occidentale? A chi fa comodo che le cose
continuino in questo modo? Provate a riflettere: ai vostri figli che
rientrano in casa accaldati dall'aver giocato un intero pomeriggio,
voi togliete dal frigor un bel paio di pesche fresche, tagliuzzato in
modo accattivante, magari con un filo di miele sopra, oppure lo
guardate servirsi un bicchiere di cocacola e vi limitate a dire:
“Bevi piano...”?
Intanto una bibita gassata e zuccherata è molto piu' comoda....
E' ovvio ormai che la quantificazione visiva imposta dalla stampa nel
XVI secolo sulla nostra psicologia, cominciano inmediatamente ad
imporsi come pacchetti di merci pronte all'uso, vale a dire “sistemi
di filosofia”. Un Descartes è convalidato dal contesto e dalla
gente secondo i meccanismi di cui parla. Oggi in questa nuova era
elettronica, Descartes mostra la corda...
Occorre scardinare i meccanismi che causano il sonno mentale e la
pseudo ipnosi della gente? Forse no, occorre insegnare quali sono
questi meccanismi per limitare il determinismo. Perchè la tecnologia
deve liberare la società, non legarla in pacchetti di consumatori
per poi venderli ad un inserzionista dal ruolo sociale alquanto
dubbio.
“Una volta che si riconosca il processo di denudamento e di
segmanetazione del linguaggio e dell'esperienza, così come descritta
da Re Lehar, ogni ostacolo sarà automaticamente rimosso. Ma l'otto
volante è partito, sui suoi binari cartesiani, kantiani, lokeriani,
con tutto il panico intrinseco...”
Liberarci dalla trappola del determinismo è il principale ruolo del
processo educativo, ma l'inconscio non puo' essere l'uscita di
sicurezza...”
Seguendo il discorso filosofico, notiamo che per Kant lo spazio
euclideo sarebbe a priori.. mentre Heidegger,
inconsapevolmente coi piedi nella tecnologia elettronica, si
incammina su un terreno solido presupponendo che la totalità del
linguaggio, tutto, sia il punto di pertenza del pensiero filosofico,
perchè è nelle epoche pre-alfabetiche che si trova l'intreccio tra
tutti i sensi. Il mito è fondatore.
Potremmo chiederci: “Ma allora non c'è niente di buono nella
stampa?” Il punto non è se ci sia del buono o del cattivo, ma in
questo libro si discute sul fatto che la mancanza di consapevolezza,
sia essa cartesiana, kantiana , heiddegerriana, porta sempre forme di
sonnambulismo, e in questo senso qualsiasi forza è disastrosa.
Si ha come la sensazione che tutti questi filosofi tentino di
sdrammatizzare la funzione della tecnica di Gutenberg: com'è
possibile scoprire l'identità umana in mezzo a sequenza lineari di
momenti? E' un po' come se qualcuno si lanciasse contro una sega
elettrica basandosi sul fatto che i micidiali denti non si vedono...
“La tipografia rese rauche le voci del silenzio”
Con la lettura agevolata dovuta alla tecnologia di Gutenberg, la voce
comincio' a tacere. Si lesse in silenzio,e il silenzio cadde
sull'architettura e sulle arti in generale. La stampa pose l'uomo
silenzioso al centro di tutto il processo intellettuale, ma subito
venne scaraventata alla periferia dell'Universo da Copernico e poi
Darwin tolse la certezza della centralità dell'uomo nel creato,
relegandolo all'ultimo anello di una catena evolutiva che non aveva
nulla di divino. Certo, la centralità del pensiero umano rimase
solida e incontrovertibile. Ma solo fino a Freud che mostro' come
l'essere non sia altro che l'increspatura della superficie di un
oceano i cui abissi sono nell'inconscio.
Questi sono i paradossi della stampa a caratteri mobili che esercito'
il suo potere fino al 1905 quando la Galassia Gutenberg si dissolse
teoricamente con la scoperta dello spazio curvo.
Certo, era cominciato tutto prima, con l'invenzione del telegrafo che
aveva iniziato a modificare il linguaggio, e la geometria di Gauss
che aveva messo in dubbio le infinite capacità risolutive della
geometria euclidea. Ma la data esatta è quella della teoria di
Einstein che spazzo' via lo spazio di Newton concepito semplicemente
come un contenitore e sostenne le forze gravitazionali, magnetiche,
elettriche, spiegando la propagazione della luce e la curvatura dello
spazio.
Con questa teoria la galassia Gutenberg venne definitivamente
spazzata via, con la fine degli specialismi lineari e del punto di
vista fisso. La divisione della conoscenza divenne via via
inaccettabile così come in passato era stata irrilevante.
Nel 1680 Leibniz scriveva:
Temo che rimarremo a lungo nella nostra indigenza e confusione per
nostra stessa colpa.Temo persino che dopo aver esaurito la nostra
curiosità la gente torni nella barbarie, e a questo certamente
contribuirà quella enorme massa di libri che viene stampata
ininterrottamente...”
Faccio mestamente notare che Leigniz è quel pensatore che affermo'
che Se Dio avesse veramente creato il mondo usando la matematica, non
avrebbe avuto bisogno di tutti i numeri, ma gli sarebbe bastato lo
zero e l'uno (sistema binario) tanto per dire la portata di cotanto
intelletto, eppure davanti al libro stampato prende questo
imperdonabile abbaglio... capita anche alle menti piu' raffinate.
Cito un passo di Dudek nel suo Letteratura e stampa:
“I giornali inglesi del primo decennio del secolo non si
rivolgevano affatto a tutta la popolazione ma solamente ai “signori”.
Essi riportavano il tempo meteorologico, i listini di Borsa, qualche
dibattito del parlamento e racconti scritti da illustri letterati,
poichè non si aveva avuto ancora la separazione tra linguaggio
giornalistico e letterario...”
Fu il telegrafo, messo a supporto della linea ferroviaria, che oltre
a segnalare l'arrivo dei treni ed eentuali guasti alla linea,
comincio' a trasmettere pure le condizioni atmosferiche e qualche
avvenimento dalla periferia al centro, sconvolgendo modi, tempi e
linguaggio con un mezzo che per la prima volta faceva arrivare il
messaggio prima del messaggero. (Questo argomento è trattato con
profondità da McLuhan nel suo “Understanding Media” ).
Seguono tre capitoli su Pope e il suo DUNCIAD e poi una profonda
analisi della letteratura e filosofgia inglese che mi limito a
segnalarvi nella edizione italiana che vi invito calorosamente a
leggere.
Trattasi di GALASSIA GUTENBERG
a cura di GIANPIERO GAMALERI
Armando Editore
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