lunedì 16 giugno 2014

La dissoluzione della Galassia Gutenberg



ALDO VINCENT
 I MIEI LIBRI LI TROVATE
IN LETTURA GRATUITA QUI:
 http://www.ebookservice.net/scheda_utente.php?autore=scheda-dell%27autore:-aldo-vincent&idau=9664




La dissoluzione della Galassia Gutenberg

Perchè non riusciamo ad emanciparci dalle perverse funzioni subliminali delle tecnologie che noi stessi abbiamo inventato? Non dovrebbe essere l'essenza stessa dell'istruzione l'insegnarci i pericoli per difenderci dall'ascendente subliminale dei mezzi di comunicazione? Perchè una simile operazione non è mai stata tentata da nessuna cultura occidentale? A chi fa comodo che le cose continuino in questo modo? Provate a riflettere: ai vostri figli che rientrano in casa accaldati dall'aver giocato un intero pomeriggio, voi togliete dal frigor un bel paio di pesche fresche, tagliuzzato in modo accattivante, magari con un filo di miele sopra, oppure lo guardate servirsi un bicchiere di cocacola e vi limitate a dire: “Bevi piano...”?
Intanto una bibita gassata e zuccherata è molto piu' comoda....

E' ovvio ormai che la quantificazione visiva imposta dalla stampa nel XVI secolo sulla nostra psicologia, cominciano inmediatamente ad imporsi come pacchetti di merci pronte all'uso, vale a dire “sistemi di filosofia”. Un Descartes è convalidato dal contesto e dalla gente secondo i meccanismi di cui parla. Oggi in questa nuova era elettronica, Descartes mostra la corda...

Occorre scardinare i meccanismi che causano il sonno mentale e la pseudo ipnosi della gente? Forse no, occorre insegnare quali sono questi meccanismi per limitare il determinismo. Perchè la tecnologia deve liberare la società, non legarla in pacchetti di consumatori per poi venderli ad un inserzionista dal ruolo sociale alquanto dubbio.
“Una volta che si riconosca il processo di denudamento e di segmanetazione del linguaggio e dell'esperienza, così come descritta da Re Lehar, ogni ostacolo sarà automaticamente rimosso. Ma l'otto volante è partito, sui suoi binari cartesiani, kantiani, lokeriani, con tutto il panico intrinseco...”
Liberarci dalla trappola del determinismo è il principale ruolo del processo educativo, ma l'inconscio non puo' essere l'uscita di sicurezza...”

Seguendo il discorso filosofico, notiamo che per Kant lo spazio euclideo sarebbe a priori.. mentre Heidegger, inconsapevolmente coi piedi nella tecnologia elettronica, si incammina su un terreno solido presupponendo che la totalità del linguaggio, tutto, sia il punto di pertenza del pensiero filosofico, perchè è nelle epoche pre-alfabetiche che si trova l'intreccio tra tutti i sensi. Il mito è fondatore.
Potremmo chiederci: “Ma allora non c'è niente di buono nella stampa?” Il punto non è se ci sia del buono o del cattivo, ma in questo libro si discute sul fatto che la mancanza di consapevolezza, sia essa cartesiana, kantiana , heiddegerriana, porta sempre forme di sonnambulismo, e in questo senso qualsiasi forza è disastrosa.

Si ha come la sensazione che tutti questi filosofi tentino di sdrammatizzare la funzione della tecnica di Gutenberg: com'è possibile scoprire l'identità umana in mezzo a sequenza lineari di momenti? E' un po' come se qualcuno si lanciasse contro una sega elettrica basandosi sul fatto che i micidiali denti non si vedono...

“La tipografia rese rauche le voci del silenzio”
Con la lettura agevolata dovuta alla tecnologia di Gutenberg, la voce comincio' a tacere. Si lesse in silenzio,e il silenzio cadde sull'architettura e sulle arti in generale. La stampa pose l'uomo silenzioso al centro di tutto il processo intellettuale, ma subito venne scaraventata alla periferia dell'Universo da Copernico e poi Darwin tolse la certezza della centralità dell'uomo nel creato, relegandolo all'ultimo anello di una catena evolutiva che non aveva nulla di divino. Certo, la centralità del pensiero umano rimase solida e incontrovertibile. Ma solo fino a Freud che mostro' come l'essere non sia altro che l'increspatura della superficie di un oceano i cui abissi sono nell'inconscio.
Questi sono i paradossi della stampa a caratteri mobili che esercito' il suo potere fino al 1905 quando la Galassia Gutenberg si dissolse teoricamente con la scoperta dello spazio curvo.
Certo, era cominciato tutto prima, con l'invenzione del telegrafo che aveva iniziato a modificare il linguaggio, e la geometria di Gauss che aveva messo in dubbio le infinite capacità risolutive della geometria euclidea. Ma la data esatta è quella della teoria di Einstein che spazzo' via lo spazio di Newton concepito semplicemente come un contenitore e sostenne le forze gravitazionali, magnetiche, elettriche, spiegando la propagazione della luce e la curvatura dello spazio.

Con questa teoria la galassia Gutenberg venne definitivamente spazzata via, con la fine degli specialismi lineari e del punto di vista fisso. La divisione della conoscenza divenne via via inaccettabile così come in passato era stata irrilevante.

Nel 1680 Leibniz scriveva:
Temo che rimarremo a lungo nella nostra indigenza e confusione per nostra stessa colpa.Temo persino che dopo aver esaurito la nostra curiosità la gente torni nella barbarie, e a questo certamente contribuirà quella enorme massa di libri che viene stampata ininterrottamente...”
Faccio mestamente notare che Leigniz è quel pensatore che affermo' che Se Dio avesse veramente creato il mondo usando la matematica, non avrebbe avuto bisogno di tutti i numeri, ma gli sarebbe bastato lo zero e l'uno (sistema binario) tanto per dire la portata di cotanto intelletto, eppure davanti al libro stampato prende questo imperdonabile abbaglio... capita anche alle menti piu' raffinate.

Cito un passo di Dudek nel suo Letteratura e stampa:
“I giornali inglesi del primo decennio del secolo non si rivolgevano affatto a tutta la popolazione ma solamente ai “signori”. Essi riportavano il tempo meteorologico, i listini di Borsa, qualche dibattito del parlamento e racconti scritti da illustri letterati, poichè non si aveva avuto ancora la separazione tra linguaggio giornalistico e letterario...”

Fu il telegrafo, messo a supporto della linea ferroviaria, che oltre a segnalare l'arrivo dei treni ed eentuali guasti alla linea, comincio' a trasmettere pure le condizioni atmosferiche e qualche avvenimento dalla periferia al centro, sconvolgendo modi, tempi e linguaggio con un mezzo che per la prima volta faceva arrivare il messaggio prima del messaggero. (Questo argomento è trattato con profondità da McLuhan nel suo “Understanding Media” ).

Seguono tre capitoli su Pope e il suo DUNCIAD e poi una profonda analisi della letteratura e filosofgia inglese che mi limito a segnalarvi nella edizione italiana che vi invito calorosamente a leggere.

Trattasi di GALASSIA GUTENBERG
a cura di GIANPIERO GAMALERI
Armando Editore





Nessun commento:

Posta un commento