martedì 3 giugno 2014

20- omogeneità della pagina

Omogenità della pagina

Il Rinascimento fu la zona d'incontro fra il pluralismo medievale e l'omogeneità moderna del meccanicismo. Fu un'epoca di grande transizione e di frontiera tra due contrastanti tecnologie, e ogni momento della sua consapevolezza è la traduzione da una di queste due culture all'altra.
Anche oggi viviamo nella zona di frontiera tra una tecnologia, quella meccanicistica, frammentata, lineare, e l'altra organica e simultanea. In ambedue le epoche agì un meccanismo che gli psicologi chiamano trasferimetno dell'apprendimento ed è l'avvicinarsi al nuovo con le vecchie tecniche d'apprendimento ormai assimilate, che a volte ir rivelano anche controriproducenti, infatti è ormai accertato che cio' che abbiamo appreso con la nostra lingua madre condiziona la nostra capacità immediata di apprendere altri linguaggi, verbali o simbolici. Questo è forse il principale motivo per cui l'Occidente foirtemente alfabetizzato e fortemente immerso nelle forme lineari ed omogenee della cultura della stampa, ha avuto difficoltà iniziali a comprendere il mondo tattile e non visivo della matematica e della fisica moderna, rivoluzionate dalla tecnologia elettronica. I paesi audio-tattili che erroneamente definivamo “sottosviluppati” ma che erano invece solamente meno compromessi dall'elettricità, inizialmente si trovarono avvantaggiati e attualmente ancora mantengono una notevole vantaggio perchè mentre in Occidente la differenza viene colmata a livello subliminale, in quei paesi si ritrova radicata da tradizione atavica.

Un altro vantaggio di questi periodi di transizione è la capacità di generalizzare concetti, intesa come trasferimento di riflessi condizionati, sia a livello piu' complesso della scienza dove un'unica nuova formulazione puo' riassumere una miriade di casi singoli.
In pratica si rimastico' tutto. Quando alla fine del XVII secolo il manoscritto ormai stava scomparendo dalla scena culturale per essere relegato ad un mercato dell'usato (come i dipinti ed i reperti) la maggior parte dei libri stampati era di origine medievale, in pratica quei due secoli avevano conosciuto il Medio Evo piu' e meglio degli intellettuali medievali, perchè il materiale sparso nei monasteri e nascosto nelle corti, era diventato portatile, individuale e di facile lettura.
Succede sempre quando una nuova tecnologia entra fragorosamente nella cultura di una società: il cinema delle origini si nutrì del romanzo ottocentesco, mentre la televisione uso' ugualmente il romanzo (gli sceneggiati) ma uso' anche il cinema in b/n degli inizi. Agli inizi della stampa e fino all'Aretino, non solo non vi furono scrittori nel senso che oggi diamo al termine, ma non esisteva nemmeno un pubblico per accettarli in quanto la stampa era ancora uno strumento per accelerare lo studio degli addetti ai lavori ma nell'insieme possiamo dire che non contribuì allo sviluppo delle nuove conoscenze. Col passare del tempo pero' questi fruitori diventarono briciole umanistiche perchè a livello popolare la stampa invece, invadeva la cultura dei mediocri, con la diffusione dell Bibbia in latino e in volgare, fornì agli studenti e ai docenti delle università una varietà sempre piu' cospicua di materiale didattico e di studio, un numero sempre maggiore di lettori fece moltiplicare la stampa dei libri di preghiere, i breviari, libretti mistici e di devozione popolare, i romanzi cavallereschi, gli almanacchi ma soprattutto i libri delle ore illustrati, la raccolta delle ore liturgiche per i diversi periodi dell'anno. Per secoli uno dei libriche non manco' presso tutte le famiglie o le comunità che potevano permettersi di avere dei libri. (Wikipedia)

Uno dei motivi culturali del cambiamento McLuhan lo attribuisce allo sforzo visivo dei tipografi per ottenere l'omogeneità della pagina stampata. Nonostante la precarietà dei caratteri mobili e serie di meccanismi dalla liearità incerta, furono questi gli effetti nuovi che colpirono i contemporanei i quali vi scorsero una grande quantità di carica emotiva. Omogeneità e linearità diventarono le formule alla base delle scienze e dell'arte del Rinascimento. La nuova omogeneità della pagina stampata sembro' sviluppare una fede subliminale nella Bibbia stampata la quale da un lato scavalcava la tradizione orale e autoritaria della Chiesa e dall'altra soddisfaceva una ricerca scinetifica individuale. Fu come se il libro stampato avesse il potere di creare una nuova superstizione ipnotica (visiva) che lo rendesse indipendente e immune da ogni ulteriore intervento umano. Con nessun manoscritto si sarebbero raggiunti tali stati mentali nei riguardi della parola scritta. L'omogeneità della pagina e la sua ripetibilità fu così coinvolgente che si estese ad ogni attività sociale che ha contraddistinto il mondo occidentale fino quasi ai giorni nostri.




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