sabato 14 giugno 2014

32- L'inconscio

Nasce l'inconscio

Con l'aumento dell'intensità e della quantità visiva della stampa l'uomo tipografico entra in un mondo cinetico, sequenziale e pittorico. Ogni aspetto dell'attività umana comincia a contraddistinguersi per la separazione delle funzioni, l'analisi dei componenti e l'isolamento dell'attimo. Purtroppo (o forse no) con l'isolamento visivo attraverso questa intensità la ragione diventa “ isolata dal tempo esterno sentendosi nel contempo separata dalla sua vita mentale. Gli avvenimenti che la influenzano possono darle la sensazione dello scorrimento del tempo interno, ma è la durata degli avvenimenti in successione, non è assolutamente la durata dell'essere pensante, è solo la durata della successione del pensiero umano. Separata dalla durata delle cose, la consapevolezza umana si trova ad esistere senza durata, o per dire meglio sempre nel tempo presente (riassunto approssimato del pensiero di George Poulet, nel suo Studio dei Tempi Umani.)
Diciamo per esemplificare che i pensieri sono il nastro magnetico che scorre in avanti attraverso la testina magnetica della ragione che rimane fissa. Per rendere l'esempio piu' calzante diciamo allora che i pensieri sono la pellicola cinematografica e la mente il gruppo ottico fisso che scansiona il movimento attraverso il vedere (la lampadina) o meglio il far passare la luce attravrso (come le cattedrali gotiche, ricordate?).

Strettamente imparentata a questo scorrere lineare del linguaggio è l'impressione ad esso connessa della ripetizione meccanica, del tempo che scorre e della ricorrenza che comincio' a pesare nella mente rinascimentale:

“Come incalzano le onde verso le pietre della spiaggia
così gli istanti nostri si affrettano verso la fine
mutando il proprio luogo con quello che innanzi gli corre
in affannosa sequenza essi spingono innanzi...
(Shakespeare, Sonetti)

“Domani, e domani, e poi domani...” (Macbeth)

“L'uomo conserva ancora parte della gioia che aveva provato nel rinascimento quando sentì d'esistere in tutte le direzioni del tempo e delloo spazio, adesso percepisce che non ha piu' di un istante per volta, ma ogni volta puo' essere un momento di grande pienezza.” (Poulet)
Inseparabile dalla consapevolezza e dall'ordine visivo pero' amerge il senso della discontinuità e la sensazione dell'alienazione dell'io.
“Ormai siamo spazzati lontano da noi stessi...” (Boileau)

Il mondo della catena, delle cose concatenate di Descartes, del puro determinismo:
.”..nulla puo' assicurarci che l'essere di un istante duri in un altro, nulla potrà garantirci che un ponte sarà costruito tra questo e l'istante seguente...”

Il denudamento della vita conscia e la sua riduzione ad un unico livello visivo creo' il nuovo mondo dell'inconscio. Il campo è stato liberato, dagli archetipi e dagli atteggiamenti della mente individuale ed è pronto per l'inconscio collettivo. (McLuhan)
In questo modo il sec.XVII emerso nella sua vita conscia in una scienza prettamente visiva è costretto a rifugiarsi nel mondo dei sogni. Il meccanicismo dei caratteri mobili e il concetto di movimento lineare e continuo sui piani della consapevolezza, è completamente alieno alla natura del linguaggio verbale ma perfettamente coerente con la parola stampata. Paradossalmente quindi, la prima età della stampa apri' le porte al formarsi dell'inconscio, nel senso moderno del termine.
Non è interesse di McLuhan in questo libro, parlare dell'ignoto come di zona profonda della consapevolezza. Il suo intento è solamente quello di sottolineare come noi stessi, accentuando la componente visiva, abbiamo creato quella enorme discarica che è l'inconscio.
“La lezione da imparare è per quanto piu' geniale sia la luce gettata su questi due regni confinanti, tanto piu' profonda sarà l'oscurità in cui le loro interazioni sono relegate....”

ALDO VINCENT
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