Re Lehar e la struttura
piramidale
L'analisi delle forme della devozione liturgica in mutamento nel XVI
secolo ha alcune analogie con gli analoghi mutamenti nel mondo del
management e dell'organizzazione industriale nella seconda metà del
secolo scorso. Quello che avviene a proposito della delega
dell'autorità e delle funzioni nel Re Lehar di Shakespeare, nell'età
elettronica avvengono in senso inverso. Ricordate cosa dice il Re
quando presenta alle figlie “i suoi segreti propositi...”?
“Noi terremo per noi solamente il nome di Re
e tutti i titoli, il potere, i redditi del regno,
il disbrigo di tutto il resto, mie amate figliole,
sia affar vostro: a conferma di cio'
dividerete tra voi questa corona...”
Lehar propone un'idea estremamente moderna di potere dal centro alla
periferia. I nuovi modelli di potere e di organizzazione che erano
stati discussi per tutto il sec.XVI un secolo dopo venivano avvertiti
come soluzione per la vita politica, sociale, individuale.
Ora vi esporremo i nostri piu' segreti propositi:
datemi quella mappa...”
Anche le mappe erano una novità nel sec.XVI, l'epoca delle
proiezioni del Mercatore, chiave visiva delle periferie e dei
percorsi delle merci e della ricchezza.
Cristoforo Colombo era stato cartografo prima che navigatore e sua fu
la scoperta che si potesse proseguire per una rotta drittta, come se
il tempo e lo spazio fossero stati continui e uniformi, e questo
costituì un mutamento fondamentale nella consapevolezza visiva e
umana del Rinascimento.
I commerci agevolati da nuove tecniche bancarie come l'invenzione
della fidejussione e la cambiale, si espansero fino a comprimere le
strutture aziendali e statali verso una forma di organizzazione
piramidale che resistettero nel tempo fino all'avvento del telegrafo.
Erano strutture organizzate a molti strati e fortemente
funzionalizzate, caratterizzate soprattutto dalla separazione tra il
pensiero e l'azione: pensare era appannaggio esclusivo del vertice
della piramide e non delle componenti “in linea”.
“Quando si sentiva il bisogno di decentralizzare l'autorità,
questa finiva inesorabilemtne per essere attratta verso la cima della
struttura e non in direzione della base. Nasceva così una folta
categoria di dirigenti intermedi, sparsa attraverso un indefinito
numero di strati di supervisione il cui compito reale consisteva
principalmente nel passare l'informazione attraverso il sistema...”
(B.J.Mueler-Tym, dieci anni di progressi nel management 1950-1960)
Arrivo' il telefono e scardino' questa massiccia piramide
organizzativa. Bastava infatti che il padrone telefonasse al reparto
situato alla base della piramide per bypassare tutta la catena di
ordini che pero' agiva in senso inverso quando poi dalla base
l'ordine del padrone doveva diventare operativo risalendo la
piramide.
L'esempio piu' eclatante si ebbe negli anni settanta del secolo
scorso alla IBM, una delle aziende americane piu' grandi del settore
(oggi si chiamerebbero multinazionali) grande esempio di
organizzazione aziendale in tutto il mondo, quando ancora
erroneamente pensava che il proprio lavoro fosse quello di fabbricare
computer (e non veicolare l'informazione) scoperse che la sua
struttura piramidale, semplicemente, non funzionava piu'.La catena di
comunicazione tra i vertici della leadership scientifica,
tecnologica, amministrativa, era diventata semplicemente troppo lunga
per poter essere interamente comunicata. Succedeva invece che in
Giappone ( e poi nella comunità asiatica) il lavoro si era
organizzato per “isole” decisionali, dove le organizzazioni di
ricerca, di produzione automobilistica, elettronica, e della
comunicazione (che erano tutte comprese in un solo marchio)
indipendentemente da quanto poteva prescrivere l'organigramma
aziendale, coordinate in vari gruppi lavoravano sul progetto,
tagliando attraverso le linee organizzative stabilendo
indipendentemente i criteri programmatici di lavoro oltre ai modelli
di raggruppamento adatto alla produzione. Su questa base
organizzativa la forza di lavoro corrispondeva perfettamente alle
esigenze della produzione che questa isola di competenza decideva di
adottare decidendo sulla base delle competenze intese come conoscenza
umana.
Tutti questi agglomerati di competenza resi “campo simultaneo”
dalle strutture informatiche ricrearono le condizioni del bisogno di
dialogo e reciproca informazione.
Il fatto di essere oggi immersi in queste forme di interdipendenza
provoca ancora in molti uno stato di alienazione involontaria
rispetto al nostro atavico passato rinascimentale.
Ma passerà.
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