Feudalesimo e Rinascimento
A partire dalla fine dell'ottavo secolo, con la caduta dell'Impero
Romano, l'Europa era piombata in una struttura feudale interamente
improntata in un'economia prevalentemente agricola. Mentre Roma si
reggeva su di un centro con molte periferie collegate dalle strade e
dal papiro, il feudalesimo era costituito da molti centri senza
periferie. Fu questo il periodo in cui le corporazioni dominarono o
influenzarono l'economia delle città e fu anche quello in cui il
protezionismo urbano raggiunse la sua massima intensità. Nonostante
divergenze anche aspre di interessi professionali, tutti i gruppi
produttivi all'interno delle città erano compattamente uniti per
conservare il monopolio. Di conseguenza il produttore era
completamente avvantaggiato nei confronti del consumatore. Lo scopo
principale dei lavoratori delle manifatture era quello di far alzare
i salari mentre quello di coloro che rifornivano il mercato interno
era di equilibrare i prezzi e eventualmente aumentarli. Questo
sistema economico all'interno delle mura cittadine prosperava perchè
veniva impedita ogni concorrenza dall'esterno mediante dazi.
Vi erano quindi cittadini “borghesi” che prosperavano e
mantenevano il controllo dei prezzi, mentre a fianco di queste
classi privilegiate viveva una popolazione di cittadini di seconda
classe la cui occupazione era la produzione e il commercio per i
mercati fuori dalle mura. Praticamente invece di produrre per il
mercato interno, conducevano un commercio “al di fuori” cioè
fuori dalle proprie mura e all'esterno delle mura delle città
limitrofe. Questi furono i primi “esportatori” di manufatti e
“importatori” di materie prime. Con la specializzazione e nuove
tecniche bancarie per far viaggiare il denaro, essi non solo si
arricchiranno ma diventeranno il ceto medio protagonista del
Rinascimento.
Era un periodo in cui tutti gli eventi della vita avevano forme piu'
marcate e ogni evento era sottolineato da forme definite ed
espressive. Venivano esaltati grandi avvenimenti quali il matrimonio,
la nascita, un viaggio o una visita, erano sottolineati
dall'esibizione, dallo sfarzo, perchè quello era il tempo in cui si
poteva giudicare il benessere di una persona dagli abiti che portava.
Ma anche nelle disgrazie prevaleva il fattore visivo: i lebbrosi
facevano suonare le loro raganelle e giravano in processione, i
mendicanti mostravano le loro piaghe fuori dalle chiese...
I grandi signori non si muovevano mai senza sfoggiare artmi e livree,
l'amministrazione della giustizia, i grandi affari, le nozze, i
funerali dei ricchi si annunziavano sempre con cortei, grida, canti e
musica.
Furono le corti soprattutto a sviluppare l'estetica come forma di
vita. Oliviero de la Marche scrisse su richiesta del re d'Inghilterra
un trattatello sull'etichetta, cioè il cerimoniale in uso alla corte
di Carlo il Temerario, affinch' Edoardo IV potesse copiarne il
modello. Ma furono le nuove ricchezze e le capacità tecniche dei
nuovi arricchiti che tradussero il sogno cavalleresco in panorami
visivi.
I nuovi principi di quel tempo o i capitani di ventura, spesso lo
diventavano malgrado la nascita. Muzio Sforza era inizialmente un
bracciante, Piccinini un macellaio, Carmagnola un vaccaro, questi e
molti altri si circondarono di letterati, ambasciatori, uomini di
cultura che leggevano loro gli antichi testi. Il repubblicano di
faceva soprannominare Bruto, l'uomo con aspirazioni umanistiche si
soprannominava Cicerone e così via. Essi cercarono di riportare in
vita gli eroi del passato reinterpretando le loro grandezze e questo
rese l'influenza italiana così pervasiva nel resto d'Europa.
“Entrando nel Rinascimento è necessario comprendere che la nuova
età della conoscenza applicata è un'età di traduzione in termini
visivi non solo del linguaggio ma anche dell'esperienza audio.tattile
accumulata nei secoli precedenti...”
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