giovedì 29 maggio 2014

15- Feudalesimo e Rinascimento

Feudalesimo e Rinascimento

A partire dalla fine dell'ottavo secolo, con la caduta dell'Impero Romano, l'Europa era piombata in una struttura feudale interamente improntata in un'economia prevalentemente agricola. Mentre Roma si reggeva su di un centro con molte periferie collegate dalle strade e dal papiro, il feudalesimo era costituito da molti centri senza periferie. Fu questo il periodo in cui le corporazioni dominarono o influenzarono l'economia delle città e fu anche quello in cui il protezionismo urbano raggiunse la sua massima intensità. Nonostante divergenze anche aspre di interessi professionali, tutti i gruppi produttivi all'interno delle città erano compattamente uniti per conservare il monopolio. Di conseguenza il produttore era completamente avvantaggiato nei confronti del consumatore. Lo scopo principale dei lavoratori delle manifatture era quello di far alzare i salari mentre quello di coloro che rifornivano il mercato interno era di equilibrare i prezzi e eventualmente aumentarli. Questo sistema economico all'interno delle mura cittadine prosperava perchè veniva impedita ogni concorrenza dall'esterno mediante dazi.
Vi erano quindi cittadini “borghesi” che prosperavano e mantenevano il controllo dei prezzi, mentre a fianco di queste classi privilegiate viveva una popolazione di cittadini di seconda classe la cui occupazione era la produzione e il commercio per i mercati fuori dalle mura. Praticamente invece di produrre per il mercato interno, conducevano un commercio “al di fuori” cioè fuori dalle proprie mura e all'esterno delle mura delle città limitrofe. Questi furono i primi “esportatori” di manufatti e “importatori” di materie prime. Con la specializzazione e nuove tecniche bancarie per far viaggiare il denaro, essi non solo si arricchiranno ma diventeranno il ceto medio protagonista del Rinascimento.

Era un periodo in cui tutti gli eventi della vita avevano forme piu' marcate e ogni evento era sottolineato da forme definite ed espressive. Venivano esaltati grandi avvenimenti quali il matrimonio, la nascita, un viaggio o una visita, erano sottolineati dall'esibizione, dallo sfarzo, perchè quello era il tempo in cui si poteva giudicare il benessere di una persona dagli abiti che portava. Ma anche nelle disgrazie prevaleva il fattore visivo: i lebbrosi facevano suonare le loro raganelle e giravano in processione, i mendicanti mostravano le loro piaghe fuori dalle chiese...
I grandi signori non si muovevano mai senza sfoggiare artmi e livree, l'amministrazione della giustizia, i grandi affari, le nozze, i funerali dei ricchi si annunziavano sempre con cortei, grida, canti e musica.
Furono le corti soprattutto a sviluppare l'estetica come forma di vita. Oliviero de la Marche scrisse su richiesta del re d'Inghilterra un trattatello sull'etichetta, cioè il cerimoniale in uso alla corte di Carlo il Temerario, affinch' Edoardo IV potesse copiarne il modello. Ma furono le nuove ricchezze e le capacità tecniche dei nuovi arricchiti che tradussero il sogno cavalleresco in panorami visivi.
I nuovi principi di quel tempo o i capitani di ventura, spesso lo diventavano malgrado la nascita. Muzio Sforza era inizialmente un bracciante, Piccinini un macellaio, Carmagnola un vaccaro, questi e molti altri si circondarono di letterati, ambasciatori, uomini di cultura che leggevano loro gli antichi testi. Il repubblicano di faceva soprannominare Bruto, l'uomo con aspirazioni umanistiche si soprannominava Cicerone e così via. Essi cercarono di riportare in vita gli eroi del passato reinterpretando le loro grandezze e questo rese l'influenza italiana così pervasiva nel resto d'Europa.
“Entrando nel Rinascimento è necessario comprendere che la nuova età della conoscenza applicata è un'età di traduzione in termini visivi non solo del linguaggio ma anche dell'esperienza audio.tattile accumulata nei secoli precedenti...”



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