martedì 20 maggio 2014

7- La scrittura fonetica

Scrittura alfabetica

Quando una nuova tecnologia estende uno dei nostri sensi, l'assimilazione e la traduzione nella cultura dell'individuo e della società si espande con la stessa rapidità con cui la nuova tecnologia viene interiorizzata. Molte delle nuove idee possono essere assimilate soltanto cambiando l'immagine pittorica che abbiamo del mondo per consentire un nuovo equilibrio nei rapporti tra tutti i nostri sensi e di conseguenza quelli dell'intera società. E' il mutamento che si chiedeva ai contemporanei di Copernico mentre insegnava che la terra non stava ferma, o nel secolo scorso nell'ascoltare le teorie di Einstein che esigevano un notevole sforzo immaginativo mentre le generazioni future le assimileranno prima che le loro strutture mentali divengano fisse.
E' un concetto che apparirà piu' chiaro con un esempio musicale.
I Beatles rappresntano la rivoluzione musicale piu' importante dopo Behetoven perchè essi inclusero due nuove note nelle scale musicali delle loro canzoni cambiando di fatto alcune scale cromatiche. In verità la novità non era tanto nelle Blue Note, che già erano incluse nelle canzoni del blues americano, ma i loro coretti a quattro voci, basati su queste nuove scale, facevano sì che non seguendo il Bordone Canonico, al primo ascolto dessero l'impressione di stonare. Stonature gradevoli, ma sempre stonature. Finchè col ripetere dei loro motivetti, il fenomeno divenne tanto clamoroso da aver cambiato la storia della musica e degli arrangiamenti, perchè “cio' che conta è l'effetto, non i fatti sensori”.

“A partire dall'invenzione dell'alfabeto fonetico vi è stato nel mondo occidentale una continua spinta verso la separazione dei sensi, delle funzioni, delle operazioni, degli stati emotivi e politici, oltre che dei compiti...”
Sarà l'Arte ad aiutarci alla comprensione di questo passaggio di McLuhan: la pittura dei primitivi e bidimensionale mentre quella degli alfabetizzati è tridimensionale almeno fino a Cesanne.
La detribalizzazione dell'individuo è dipesa almeno in passato da un'intensa vita visiva stimolata dall'alfabeto fonetico e dalla scrittura. Scrittura fonetica soltanto, perchè unica nel suo genere.

L'invenzione dell'alfabeto fu la traduzione di un complesso intreccio organico di funzioni in un solo spazio. Esso trasforma l'uso simultaneo di tutti i sensi in un codice esclusivamente visivo. Prima esistevano forme di scrittura pittorica o logografica, che era sì fonetica ma che usavano quella che gli studiosi chiamano rindondanza del linguaggio, cioè una frase polisillabica poteva essere evocata con molti segni che aiutassero a comprimere la parola fino al suono corretto. Alfabeto fonetico elimina la rindondanza e codifica tutto il dicibile raggruppandolo in una trentina di segni senza significato che evocano suoni senza significato ma che messi in un contesto lineare, continuo e omogeneo evochino la parola desiderata. Questa semplicità tolse agli scribi e ai sacerdoti l'eslcusiva della cultura e si espanse alla conquista di altre scritture, altre civiltà. Perchè la scrittura fonetica puo' fagocitare qualsiasi altra scrittura ma non puo' accadere il contrario. O almeno, non poteva accadere, perchè oggi con la tecnologia elettronica si riscontra un recupero dell'auditivo tribale, del non esclusivamente visivo, della necessità di nuove forme piu' rapide e contratte di wscrittura e soprattutto nella necessità di linguaggi post-alfabetici (le icone di Windows sono un classico esempio) che superino gli idiomi, i nazionalismi, le barriere culturali.
L'alfabeto è il piu' pratico il piu' completamente sviluppato e il piu' facilmente adattabile sistema di scrittura.
Fino ad ora.
I tempi sono maturi per un passo in avanti.


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