La stampa e la camera oscura
L'invenzione della stampa a caratteri mobili piu' di ogni altro
progresso tecnologico segna la divisione tra la tecnologia medievale
e quella moderna. E' un esempio di applicazione della conoscenza
delle arti tradizionali al “surriscaldamento” visivo.
La meccanizzazione dello scrivere amanuense fu probabilmente la prima
traduzione in movimenti meccanici di un'arte manuale. La tipografia è
assimilabile alla tecnica cinematografica in cui il fruitore muove
una serie di lettere di fronte a sè (o di fotogrammi) e il loro
scorrere, compatibilmente con la velocità, aggiunge un senso alla
comprensione. La stampa fu la prima catena di montaggio, la prima
produzione di massa di beni uguali e ripetibili da vendersi a prezzo
fisso.
La stampa opera l'omogenizzazione dell'esperienza visiva con la
conseguente relegazione a margine della complessità dell'udito e
degli altri sensi. In parole povere, l'organizzazione di segni
convenzionali sulla pagina li rende uguali e omogenei mentre il
leggrli ad alta voce da un lombardo o da un barese, farebbe notare le
differenze auditive. La riduzione di tutta l'esperienza verso un solo
senso, in questo caso la vista, porto' alla presunzione che quanto
piu' limitiamo il nostro ragionare ai dati che ci provengono da un
solo canale sensorio, tanto piu' probabile sarà che i nostri
ragionamenti così sterilizzati, risultino i piu' vicini alla verità
scientifica o filosofica. Si affermo' quindi la propensione al punto
di vista, alla posizione fissa che fornì l'estensione di massa alle
tre principali innovazioni del secolo. Parliamo della stampa, della
prospettiva e in filosofia le teorie di Niccolo' da Cusa, precursore
con le sue esaurienti omelie e scritti sulla relatività della
conoscenza e sulla continuità degli estremi attraverso transizioni
medie. Questi tre elementi apparentemente non connessi tra loro,
furono l'asse portante della rivoluzione culturale filosofica,
matematica, scientica e pittorica del tardo medioevo.
“Nei giorni in cui la Bibbia di Gutenberg stupiva la Germania, un
altro passatempo si stava diffondendo in Italia, la camera oscura,
descritta da Leonardo divenne diffusissima novità del Rinascimento e
fu uno dei fenomeni che favorirono l'accentuazione dell'elemento
visivo nell'esperienza sensoriale. Era una specie di gioco che a
prima vista non aveva nessun rapporto con la diffusione
dell'informazione ma una pubblicazione di Giovan Battista della Porta
del 1558, codifico' il fenomeno come scientifico e attorno al 1660
pittori di molti paesi ma soprattutto i fiamminghi, usarono questa
tecnica nelle loro pitture accellerando il fenomeno della percezione
visiva attraverso una prospettiva audace.
Il passo successivo era ovvio: si poteva preservare l'immagine? Era
possibile che la pittura potesse semplificare ulteriormente l'arte
della rappresentazione? A cui seguono domande di questo secolo:
Leonardo Da Vinci, maestro onorabile di società occulte e segrete,
davvero potè usare una primordiale tecnica fotografica per
falsificare la piu' grande icona miracolistica della storia, cioè la
Sacra Sindone?
Mah.
(l'ultima affermazione non ha nulla a che vedere col McLuhan ma entra
in un filone che ci porterebbe lontani)
Nessun commento:
Posta un commento