martedì 27 maggio 2014

13- La Bibbia e le cattedrali

La Bibbia e le cattedrali

Gli insegnanti del medioevo consideravano la Bibbia il testo per eccellenza e veniva usata anche per insegnare le arti liberali. Per questa ragione fin dagli inizi la Bibbia è assolutamente legata alla storia delle istituzioni.
Grazie ad Agostino lo studio della Bibbia finì per assorbire l'enciclopedia, cioè lo studio della grammatica e della retorica che aveva raggiunto il suo apice con l'opera di Cicerone. Fu quidi l'esegesi delle Sacre Scritture ad assicurare la continuità dell'umanesimo nelle scuole monastiche fino a Erasmo.
Il sorgere delle università nel secolo XII segno' una rottura radicale con la tradizione classica con programmi incentrati sulla dialettica, cioè il metodo scolastico fiorito fin dall'epoca romana quando l'oratoria uscì dai tribunali per approdare nel mondo accademico. La frattura tra oratoria politica e disputa scolastica si puo' quindi far risalire a molto prima del medioevo, con le Controversiae di Seneca dove si riconoscevano tre stadi di sviluppo: 1- la tesi 2- la declamazione in privato della prova, che i ciceroniani chiamavano causa 3- la declamazione vera e propria che essi chiamavano controversia e in seguito venne definita scolastica. La grammatica ebbe quindi varie fasi di successo o di oscurantismo fino al libro stampato dove assunse nuovamente una posizione privilegiata che aveva avuto prima di essere soppiantata dalla scolastica che aveva assunto uno spiccato carattere orale; che si modifica rapidamente durante il sec. XVI grazie al lavoro didattico di Pietro Ramo il quale per primo pratico' tecniche che agirono sul mutamento della sensibilità umana dovuto alla stampa tipografica, mostrando come il suo uso allontanasse la parola dalla sua originaria associazione con il suono trattandola come un “oggetto” nello spazio. La conseguenza di questo approccio visivo fu la graduale scomparsa degli aforismi orali, delle sentenze, delle massime, degli adagi che avevano costituito la base del sapere medievale. “Ramo tende a considerare la conoscenza che egli accumula attraverso le sue arti, come una merce e non come una forma del sapere. Con lui il libro stampato tenderà naturalmente a diventare un'opera di consultazione piuttosto che una fonte di saggezza depositata e immutabile.”


L'umanesimo letterario dei monasteri e le devianze scolastiche presto sarebbero state travolte dalla valanga di libri con gli antichi testi usciti dalle tipografie.Quattro secoli d'intensità dialettica sembravano finire e invece lo spirito e i risultati della scienza ebbero un imprevedibile impulso con la scoperta scolastica degli strumenti visivi per tracciare rapporti di forza e di movimento. Per superare il positivismo esegetico umanista basto' trasferire su un quadrante con una lancetta i fenomeni scientifici che fino ad allora avevano coinvolto solamente altri organi dei sensi e trasferirli alla vista misurandoli.
Questa prevalenza della vista sugli altri sensi si puo' riscontrare nel medesimo periodo con l'uso della luce nelle cattedrali, un tema che entra a far parte nella struttura del pensiero e della sensibilità medievale “come nel caso della glossa che libera la luce dall'interno del testo, così la tecnica dell'illuminazione intesa come luce che penetra (e non come luce che si posa) e modifica la struttura stessa dell'architettura gotica. Nella chiesa romanica la luce è qualcosa di distinto che contrasta con la pesante, scura sostanza tattile delle pareti. Il muro gotico invece è leggero e sembra essere poroso. La luce che entra dalle vetrate, permea i muri, si fonde con essi, cambia a seconda delle ore del giorno... La luce si manifesta come principio attivo e la materia assume realtà estetica solo dal modo in cui viene plasmata dalla luce. In questo aspetto fondamentale quindi la cattedrale gotica puo' essere considerata come architettura diafana e trasparente. “
Dopo Gutenberg la nuova intensità visiva farà luce e penetrerà ogni cosa. Persino la concezione del tempo e dello spazio muterà in modo tale da farli considerare recipienti da riempire con oggetti o azioni, mentre nell'epoca dei manoscritti, quando l'elemento visivo era strettamente connesso con il tattile e l'auditivo, lo spazio non era affatto un recipiente. Una stanza medievale non contiene mobili, ma non appare mai spoglia, il confort nel medioevo è lo spazio stesso.



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