La Bibbia e
le cattedrali
Gli insegnanti del medioevo consideravano la Bibbia il testo per
eccellenza e veniva usata anche per insegnare le arti liberali. Per
questa ragione fin dagli inizi la Bibbia è assolutamente legata alla
storia delle istituzioni.
Grazie ad Agostino lo studio della Bibbia finì per assorbire
l'enciclopedia, cioè lo studio della grammatica e della retorica che
aveva raggiunto il suo apice con l'opera di Cicerone. Fu quidi
l'esegesi delle Sacre Scritture ad assicurare la continuità
dell'umanesimo nelle scuole monastiche fino a Erasmo.
Il sorgere delle università nel secolo XII segno' una rottura
radicale con la tradizione classica con programmi incentrati sulla
dialettica, cioè il metodo scolastico fiorito fin dall'epoca romana
quando l'oratoria uscì dai tribunali per approdare nel mondo
accademico. La frattura tra oratoria politica e disputa scolastica si
puo' quindi far risalire a molto prima del medioevo, con le
Controversiae di Seneca dove si riconoscevano tre stadi di sviluppo:
1- la tesi 2- la declamazione in privato della prova, che i
ciceroniani chiamavano causa 3- la declamazione vera e propria che
essi chiamavano controversia e in seguito venne definita scolastica.
La grammatica ebbe quindi varie fasi di successo o di oscurantismo
fino al libro stampato dove assunse nuovamente una posizione
privilegiata che aveva avuto prima di essere soppiantata dalla
scolastica che aveva assunto uno spiccato carattere orale; che si
modifica rapidamente durante il sec. XVI grazie al lavoro didattico
di Pietro Ramo il quale per primo pratico' tecniche che agirono sul
mutamento della sensibilità umana dovuto alla stampa tipografica,
mostrando come il suo uso allontanasse la parola dalla sua originaria
associazione con il suono trattandola come un “oggetto” nello
spazio. La conseguenza di questo approccio visivo fu la graduale
scomparsa degli aforismi orali, delle sentenze, delle massime, degli
adagi che avevano costituito la base del sapere medievale. “Ramo
tende a considerare la conoscenza che egli accumula attraverso le sue
arti, come una merce e non come una forma del sapere. Con lui il
libro stampato tenderà naturalmente a diventare un'opera di
consultazione piuttosto che una fonte di saggezza depositata e
immutabile.”
L'umanesimo letterario dei monasteri e le devianze scolastiche
presto sarebbero state travolte dalla valanga di libri con gli
antichi testi usciti dalle tipografie.Quattro secoli d'intensità
dialettica sembravano finire e invece lo spirito e i risultati della
scienza ebbero un imprevedibile impulso con la scoperta scolastica
degli strumenti visivi per tracciare rapporti di forza e di
movimento. Per superare il positivismo esegetico umanista basto'
trasferire su un quadrante con una lancetta i fenomeni scientifici
che fino ad allora avevano coinvolto solamente altri organi dei sensi
e trasferirli alla vista misurandoli.
Questa prevalenza della vista sugli altri sensi si puo' riscontrare
nel medesimo periodo con l'uso della luce nelle cattedrali, un tema
che entra a far parte nella struttura del pensiero e della
sensibilità medievale “come nel caso della glossa che libera la
luce dall'interno del testo, così la tecnica dell'illuminazione
intesa come luce che penetra (e non come luce che si posa) e modifica
la struttura stessa dell'architettura gotica. Nella chiesa romanica
la luce è qualcosa di distinto che contrasta con la pesante, scura
sostanza tattile delle pareti. Il muro gotico invece è leggero e
sembra essere poroso. La luce che entra dalle vetrate, permea i muri,
si fonde con essi, cambia a seconda delle ore del giorno... La luce
si manifesta come principio attivo e la materia assume realtà
estetica solo dal modo in cui viene plasmata dalla luce. In questo
aspetto fondamentale quindi la cattedrale gotica puo' essere
considerata come architettura diafana e trasparente. “
Dopo Gutenberg la nuova intensità visiva farà luce e penetrerà
ogni cosa. Persino la concezione del tempo e dello spazio muterà in
modo tale da farli considerare recipienti da riempire con oggetti o
azioni, mentre nell'epoca dei manoscritti, quando l'elemento visivo
era strettamente connesso con il tattile e l'auditivo, lo spazio non
era affatto un recipiente. Una stanza medievale non contiene mobili,
ma non appare mai spoglia, il confort nel medioevo è lo spazio
stesso.
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